mercoledì 18 novembre 2009

encounter


encounter
Inserito originariamente da barbara leoni
Knysna township, august 2009

venerdì 25 settembre 2009

encounter

ARMED RESPONSE

LA PARTITA SUDAFRICANA

“Armed response”, ovvero, risposta a mano armata. È il cartello più comune che si legge sui cancelli delle abitazioni sudafricane. Villette in stile olandese, con un piccolo giardino sul retro, il barbecue, e poi in cima al muro di cinta, quel filo spinato. È davvero finito l’Apartheid? Si può oggi pensare a un Apartheid di senso contrario? I neri hanno occupato le città e i bianchi, benestanti, si barricano nelle loro case? Si pensa al Sud Africa come a un Paese occidentale che ha risolto ormai le questioni storiche legate alla colonizzazione. Vero, il Sud Africa è un Paese moderno, che offre a chi lo visita strutture ricettive impeccabili. Manca meno di un anno al grande mondiale, e a Johannesburg fervono i preparativi. Ma appena metti piede fuori dall’aeroporto la sensazione è straniante: sei dall’altro capo del mondo, sorpreso che davvero non si cammini a testa in giù, e ti accorgi che là, sei tu il diverso, il bianco. Non riesci a mescolarti, sentirti anonimo come da noi.

Ciò non toglie nulla all’accoglienza che la gente di colore riserva agli stranieri, cordialità in primis: non si può entrare, per dire, in un supermercato, arrivare alla cassa e pensare di pagare, e non aver scambiato almeno un gentile “Buongiorno, come sta? Bene, grazie lei?”, con il cassiere. Eppure resta un non-detto, sedimentato da decenni di separazione razziale, e che ora costituisce un effettivo muro di omertà. I neri a contatto con i bianchi sanno dove finisce il reciproco spazio di intersezione, conoscono entrambe le facce di questo bi-mondo che rincorre l’Occidente. Tre sono i muri di confine: sudafricani e stranieri, sudafricano bianco e sudafricano nero, neri benestanti e neri delle township, dove la vita è dettata da un micro regime interno, e per un bianco vige il divieto di ingresso. Sei corridoi che mettono in luce le piaghe ancora aperte del Paese, dettate dal rancore e dalla povertà. Noi intanto sfrecciamo a bordo della nostra auto, carichi di valigie, macchine fotografiche appostate al finestrino, e un cd “The best of African music”, appena comprato al Duty Free: bambini, donne, carichi di ceste, legna, camminano a bordo della strada, di ritorno dai campi, dai villaggi e ti salutano allegri. Lì vanno quasi tutti a piedi. Tu sorridi a un bambino, fai “ciao” con la mano, e ti senti in colpa. South Africa 2010 è alle porte, e noi continuiamo a sfrecciare per arrivare per tempo.

Barbara Leoni

venerdì 24 luglio 2009

Alla Tavola del Cappellaio Matto



Su YouTube il trailer di “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Tim Burton


ALLA TAVOLA DEL CAPPELLAIO MATTO

“Comincia dal principio, prosegui e quando arrivi alla fine, fermati!”. La logica non è un’opinione, almeno così si credeva. Fintanto che Lewis Carroll con il gioco della provocazione e del “nonsense”, non ne ha scardinato i principi a metà del XIX secolo, in piena epoca vittoriana. Dopo il cartone animato di “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Walt Disney del 1951, ecco che sul web approdano le prime immagini dell’interpretazione firmata Tim Burton, in uscita negli Stati Uniti il prossimo 5 marzo. Fedele al testo letterario, il trailer, su YouTube, svela già il tocco peculiare del regista visionario, attratto fatalmente da un sinistro senso dello humour. E non è un caso se Tim Burton ha incrociato sul suo percorso un attore come Johnny Depp, col quale ha già stretto in passato un sodalizio vincente. Il bel divo del cinema si cala così il cilindro del Cappellaio Matto. E di matti nel film ce ne sono tanti: «Io non voglio andare fra i matti – osservò Alice. Bè, non hai altra scelta – disse il Gatto: Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta, altrimenti non saresti qui». Il clin d’œil allo Stregatto disneyano è solo uno dei tanti, visto che il film di Burton è distribuito dalla stessa Walt Disney Pictures, e la penna è quella di Linda Woolverton, la stessa de “La Bella e la Bestia”, “Il Re Leone” e “Mulan”. A completare il girotondo carolliano ci sono anche Helena Bonham Carter, nel ruolo della Regina di Cuori e Anne Hathaway, che interpreta la neoinvenzione della Regina Bianca. Il ruolo della candida Alice spetta invece a Mia Wasikowska, alla sua prima apparizione di quello che ha tutte le carte, ovviamente di cuori, per essere un vero colossal hollywoodiano.


Barbara Leoni

mercoledì 18 marzo 2009

Passeggiata alla Libreria del Mondo Offeso

C'è un angolo a Milano dove entrare in una libreria trasmette ancora quel sapore di sacro e silenzio. Una piccola stanza accogliente, con pareti in mattoni rossi, dove i libri non sono impilati, ma ritti sulle mensole in attesa di uno sguardo attento e cosciente. L'avevo annotato nella mente, dopo aver letto poche righe sul Corriere della Sera, che ne annunciava l'apertura. E ieri sera sono andata al n.50 di Corso Garibaldi. Una via, già di per sè, ricca di spunti curiosi, dove passeggiare è qualcosa di dolce e leggero nell'aria di questi primi giorni di primavera. La Libreria del Mondo Offeso resta nascosta al passante, rintanata all'interno di un portone, senza vetrina. Uno sbirciata rubata alla finestra, una mongolfiera scende dal soffitto. Mi basta per entrare.
Libreria del Mondo Offeso
Corso Garibaldi, 50
Milano
tel: 02 36520797, 347 2529821























lunedì 9 marzo 2009

Un tempo regina di Saba


Lui il mio re,
io regina di Saba.
La festa nei miei occhi,
quando al passo sulla sua groppa
mi era permesso
di passeggiarlo.
Mai come allora
tremavo al solo abbaglio
di quella trama intessuta di fiaba.
Ora con gli stessi occhi
piango quei giorni
di tragedia e d'amore.


9 marzo 2009

mercoledì 4 marzo 2009

Gare d'Orsay. Ca fait du temps que je t'attends


Gare d'Orsay
Inserito originariamente da barbara leoni
17.10 odori in città fragranza di pane e forni caldi, la pioggia leggera nel buio di sera, di marzo già umido pianto di primavera.

martedì 3 marzo 2009



by Quentin Blake®

Stretto ogni ora, troppo, per un volo con un oca su una barchetta volante con due o tre amici